La posa del monumento a
Emilio Salgari, la cui realizzazione l’associazione Fantàsia ha affidato
all’artista Sergio Pasetto, è ormai imminente. Ma come è nata l’idea e come si
è sviluppata?
la statua di Salgari opera dello scultore Sergio
Pasetto
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L’inaugurazione si è tenuta venerdì 16 settembre all’ingresso della Biblioteca Civica di
Verona, alla presenza del Sindaco Flavio Tosi.
L’eco
della tragica morte dello scrittore Emilio Salgari avvenuta il 25 aprile 1911,
amplificata dalle modalità del gesto estremo e dall’infelice condizione
familiare dell’autore, gettò nello sconcerto le folte schiere di lettori che
tanto lo amavano in tutta la penisola.
Subito
si scatenarono raccolte di fondi e catene di solidarietà in favore della
famiglia. Quello stesso anno ci fu chi invocò la fusione di un monumento
intitolato al maestro dell’avventura italiana. Da allora, periodicamente, si è
da più parti accarezzato il sogno di dotare la città natale di Salgari di una
statua in suo onore, ma nessuno, nemmeno tra i numerosi circoli di appassionati
e seguaci contemporanei, riuscì mai a realizzare l’impresa e nemmeno a
tentarla.
Ci
volevano due amici al bar.
L’avventura
del monumento a Salgari nasce in un tardo pomeriggio del 2012, in un bar
affacciato su via XXIV maggio, a Verona.
Due
amici, Enrico Boni, ingegnere, ed Emanuele Delmiglio, editore, sorseggiavano
due Custoza freschi chiacchierando amabilmente di scrittura e letture,
soprattutto di genere fantastico e avventuroso, quando il discorse cadde
(sarebbe meglio dire tornò) sulla figura di Emilio Salgari.
Nessuno è profeta in patria, constatarono amaramente i
due amici, meravigliandosi del fatto che nessuno avesse mai intrapreso le
azioni necessarie alla posa di un monumento in città, gesto pur tanto
desiderato.
Certo,
le difficoltà di una simile impresa si prospettavano tante, (non immaginavano nemmeno
quante), ma i due amici gettarono il cuore oltre l’ostacolo e convennero che si
doveva salpare per l’avventura.
Decisero
così di fondare un’associazione, “Fantàsia” dal nome di una rivista
ottocentesca, con lo scopo, non solo di dotare la città di un ricordo
monumentale dello scrittore, ma di promuovere attività volte a rendere Verona,
già intitolata all’amore, alla poesia e alla lirica, “città della fantasia e
dell’avventura”.
Per
prima cosa occorreva formare una squadra.
Boni
pensò a due amici, l’architetto Paolo Richelli e il designer Armando Pisani.
Delmiglio raccontò dell’iniziativa allo studioso salgariano Claudio Gallo, che
all’epoca aveva una scrivania fissa presso la sede dell’editrice che ha
pubblicato per tre anni la rivista salgariana Ilcorsaronero, diretta dallo stesso Gallo.
Già
alle prime riunioni si affrontarono i passi necessari per raggiungere i tanti
obbiettivi, primo tra tutti l’ambiziosa realizzazione statuaria.
Uno
dei primi interrogativi a cui dare risposta fu a chi affidare la realizzazione
dell’opera.
Inizialmente
i componenti pensarono ad un pubblico concorso per selezionare l’artista più
idoneo, poi accadde un altro degli incontri segnati dalla sorte. Un giorno, nella
sede di Stradone Arcidiacono Pacifico della Delmiglio Editore fece capolino
Sergio Pasetto, noto scultore veronese, autore di numerose opere esposte in
città. Come capitava di tanto in tanto, Pasetto, amico di Delmiglio dai tempi
della prima intervista sulla collana Excellence Book e membro di Excellence
Club, passò da Delmiglio per un saluto e fu in quell’occasione che l’editore
raccontò all’amico del progetto di Fantàsia.
Pasetto,
uomo d’azione qual è, fu subito colpito dall’iniziativa. Lì per lì non disse
nulla, ma qualche giorno più tardi tornò da Delmiglio con uno schizzo e una
proposta: se Fantàsia avesse accettato, Pasetto si sarebbe impegnato a
realizzare la statua a Salgari senza nulla pretendere per la propria creazione
artistica. Lo schizzo rappresentava una prima idea che il vulcanico scultore
aveva già prodotto.
Delmiglio
raccontò quali erano le sue idee in proposito e Pasetto recepì all’istante gli
input che gli venivano forniti.
In
breve, l’editore presentò lo scultore al resto della squadra che accolse
Pasetto con stima e affetto, convenendo che la proposta avrebbe accelerato
notevolmente i tempi e discutendo delle idee di partenza.
Il
primo bozzetto in creta della forma originale del monumento fu pronto in poco tempo
e così si giunse ad un nuovo stadio: il modello approdò in Comune che accolse
con gioia l’iniziativa di Fantàsia ma giudicò la prima ipotesi non percorribile
per il volume e le dimensioni. Occorreva una statua diversa.
Nelle
successive riunioni di Fantàsia si affrontarono i diversi aspetti del nuovo
approccio alla scultura come suggerito dall’amministrazione.
Pisani
abbozzò qualche schizzo e un rendering nella prima location proposta, ovvero
Porta Borsari, in seguito abbandonata perché ritenuta poco idonea dalla
Soprintendenza.
Paolo
Richelli iniziò a lavorare sul progetto di eventuale urbanizzazione della
statua, mentre Gallo forniva preziosi consigli storici allo scultore.
Si
voleva un Salgari giovane, veronese, pieno di vita, lontano dallo spento
scrittore torinese il cui suicidio aveva gettato un cono d’ombra sulla sua
intera esistenza.
Tra
una discussione su “paglietta o bombetta”, un incontro in Comune e un ritrovo
conviviale, si arrivò per tentativi a una nuova versione della statua, molto
vicina all’odierna.
Il
seguito è noto: l’amministrazione approvò la nuova forma, venne preparato un
progetto per l’installazione nella nuova location suggerita, ovvero all’entrata
della Biblioteca Civica di Verona, e partì l’iter di autorizzazione da parte
della Soprintendenza e di una nuova commissione comunale atta a vagliare
l’idoneità di statue e interventi nel territorio urbano.
I
lavori di preparazione fervevano presso la Fonderia Folla di Dossobuono sotto
l’attenta direzione di Sergio Pasetto. Il Sindaco Flavio Tosi, invitato dall’associazione,
mostrò subito grande entusiasmo per l’iniziativa visitando più volte la
fonderia.
Nel
frattempo, come accade purtroppo nel corso della vita umana, vi furono alcune
defezioni dal nucleo originale di Fantàsia: Pisani e Gallo decisero infatti di
abbandonare l’avventura.
Fortunatamente,
come accade ad un corpo sano e vigoroso nella fase di crescita, la scomparsa di
alcune cellule è seguita dalla nascita di altre, in numero maggiore. Nel
percorso si aggiunsero infatti tre nuovi membri: Beppe Giuliano, Alessandro
Pigozzi e Francesco Girondini.
La
rinnovata compagine di Fantàsia affrontò compatta le ultime difficoltà, fino ad
arrivare alla posa del monumento prevista per venerdì 16 ottobre 2015 alle 16.
Restano
alcuni nodi da sciogliere, specie relativamente alla sponsorizzazione della
fusione, ma si è palesato l’interesse di importanti attori cittadini a
proposito.
Dopo
venerdì 16, la statua a Salgari finalmente ci sarà. Fantàsia ha raggiunto
l’obiettivo, non un traguardo finale, ma il felice epilogo del primo capitolo
di un lungo romanzo che vedrà l’associazione attiva nella promozione di Verona
città della fantasia e dell’avventura.
Dopo
la posa, il monumento apparterrà ai cittadini veronesi e agli appassionati di
tutto il mondo.
I
ringraziamenti più sentiti dell’associazione Fantàsia e, crediamo, della città
di Verona, vanno al Sindaco Flavio Tosi e all’Amministrazione Comunale di Verona,
alla fonderia Folla che ha provveduto alla fusione con maestria e soprattutto
all’artista Sergio Pasetto che ha saputo interpretare e tradurre nella realtà
lo spirito salgariano.
Ora
è auspicabile che alla promozione e al sostegno del monumento collaborino altre
associazioni, altri enti e altri benefattori che condividono lo scopo di
Fantàsia e l’amore per il nostro grande concittadino.
Il bozzetto in creta della prima idea per il
monumento
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simulazione della prima ipotesi nella prima location
suggerita
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rendering della collocazione definitiva della statua
all’entrata della Biblioteca Civica di Verona
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